La Domenica 16 Ottobre del 2017 mi annoio, Valentino corre male e il resto è nulla.
Mi ricordo all’improvviso che la Leica è tornata a casa con l’obbiettivo sistemato (era caduta!) e così l’idea di uscire a fotografare le foglie gialle al tramonto vince la pigrizia. A dire il vero un po’ mi fa paura perché non è un gran momento e l’autunno non è proprio un periodo felice, ma poi penso a Robert Wyatt: non tutti i giorni sono buoni per ascoltarlo, devi essere forte ma se ti lasci andare …
Insomma, esco.
Comincio a guidare per le stradine di campagna ma nessuna capezzagna mi sembra degna finchè arrivo al Corvione e lì li vedo, i ragazzi che giocano a pallone, su uno sterrato dove le scarpette coi tacchetti alzano un polverone che sembra foschia.
Parcheggio l’auto e subito i più piccolini si avvicinano e mi salutano. Chiedo se posso fare delle foto e felici mi dicono di chiedere ai grandi.
Eccoli, i grandi, che continuando a correre, si voltano per salutarmi: “ciao Capo”.
Prendo alcune foto di quelli che non giocano e poi mi metto dietro ad una delle due porte e scatto. “Passa!”, “tira!”, “dai!”. In italiano.
Quando il sole va giù ma soprattutto quando i crampi arrivano, direi che è tempo di fermarsi, no?
Gli ultimi scatti sono per il tramonto e per i due ragazzi seduti sul cancello che lo guardano.