FEDERICO FELINI

Ieri pomeriggio ero a Rimini con Antonio e Danilo Belloni e come sempre quando passo di lì, sono andato sulla tomba di Fellini e di Giulietta.
All’ingresso del cimitero c’era un gatto che mi aspettava. Proprio aspettava me.
Sdraiato esattamente in centro al cancello con una simmetria non casuale.
Ha miagolato una roba del tipo: “eccoti qui!”, si è alzato, si è stirato e si è avvicinato fermandosi davanti all’obbiettivo. Ogni tanto si metteva in pose da attore narcisista che ben conosce il risultato di uno scatto ben fatto e che non nasconde l’orecchio sinistro mozzato di netto, anzi.
Finita la sessione si è girato ed è entrato nel camposanto dirigendosi dritto alla tomba, quella con quel monumento di Gio Pomodoro dedicata alla prua del Rex.
Lì si è messo a pregare, poi ha annusato i fiori lasciati da qualcuno, poi ha bevuto l’acqua della fonte alla base del bronzo e alla fine con un salto si è messo sulla panchina lì dietro e lento ha miagolato: “sediamoci qui”. Solo a quel punto mi sono seduto vicino a lui che sorione si è messo sulle mie ginocchia. Cosa potevo fare? L’ho abbracciato.
Quando la campanella ha suonato la chiusura lui è sceso e lentamente si è avviato all’uscita, scomparendo. Usciamo anche noi e … sorpresa! Era lì dietro l’angolo che mi aspettava.
“Ultimo scatto, dai. Io che guardo la tomba.”

The end.

PS: per il garbo, l’eleganza, l’ironia e la curiosità ho pensato fosse Federico Fellini.
Anzi no: ERA sicuramente Federico Fellini, anzi Felini (con una elle).

PPS: a pensarci bene poteva anche essere Giulietta.

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