L’Epifania a Milano, in piazza Duomo. C’ero stato da bambino e non era così.
Tante persone, tutte impegnate a farsi foto con i telefoni e così abituate a tutto che manco si fermano a guardare una splendida modella in galleria che posa per un servizio.
I vigili no, quelli sono ancora uguali ma ci sono in più le camionette dell’esercito con i militari in divisa e i mitra imbracciati.
Poi, spiegando al mio amico finlandese Haki cos’è stata la Rinascente (che il nome gliel’ha dato d’Annunzio, tanto per dire … che Armani la prima collezione l’ha presentata lì, che i migliori designers italiani esponevano lì) entriamo e veniamo spinti sulle scale mobili, che sono state le prime in Italia, da ragazzoni di colore “prego salire, prego salire, prego salire”; fanno quello che mai avrei pensato un giorno di vedere a Milano: i buttadentro tipo quelli delle metro giapponesi. Ma invece ci siamo e così pure non avrei pensato di vedere un giorno una collezione di moda dedicata alla Madonna (D&G), con tanto di rosari e di immagini sacre cucite su maglioni da 800 € (ma in saldo vengono via a 560). Io mi scandalizzo ancora, sono cresciuto con Battiato che cantava: “i Budda vanno sopra i comodini … bruciano gli incensi di Dior …” per cui ti lascio immaginare.
Usciamo dal palazzo e ma continuo a vedere cose per me insopportabili: una coppia di anziani bellissimi davanti a Borsalino (ma la ditta è fallita una settimana fa per litigi tra soci), l’annuncio in galleria dell’apertura del nuovo ristorante di un super cuoco star televisiva che insegna a tutti come si fa a stare al mondo (“opening in 2017” recita, ma siamo nel 2018 ed è ancora chiuso e gli hanno pure tolto una stella Michelin), due barboni che stanno al freddo sotto claims e slogans che diventano, nel contesto, agghiaccianti, vie intasate da gente ferma in coda per mangiare in strada pizzoccheri, pizzette, panini, piadine, focaccine a prezzi che sono un insulto. Non riesco a dare un passa-là a queste cose.
Sera.
Torniamo nella metropolitana attraversando la piazza ancora piena di gente coi telefoni e lì sotto c’è uno che mette nei display il manifesto pubblicitario del nuovo pacchetto di SKY: “famiglia” recita.
Nel leggere quella parola vengo assalito da un dubbio e così ripassando velocemente le fotografie salvate nella macchina ne ho la conferma: in tutto il pomeriggio ho incontrato forse dieci bambini.
Ed è la loro festa.